Il superbonus ed il PNRR inviato all’Unione Europea.

Alla fine del mese di aprile scorso il Governo Draghi ha inviato la versione ufficiale del PNNR all’Unione Europea; il testo di questa proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza è ora di pubblico dominio.

Una delle sei missioni fondamentali del piano è la M2 Rivoluzione verde e transizione ecologica; all’interno di questa missione è presente la componente C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (pagina 154 del testo).

E, finalmente, per la prima volta possiamo vedere, in un documento ufficiale del Governo Italiano, alcune informazioni precise (e con i numeri invece delle opinioni politiche) sugli aspetti del superbonus.

Analizziamoli brevemente.

La componente C3 fa riferimento a tre ambiti diversi di applicazione:

  1. Efficientamento degli edifici pubblici.
    • 1.1 Piano di sostituzione edifici scolastici e di riqualificazione energetica.
    • 1.2 Efficientamento uffici giudiziari.
    • Riforma 1.1  Semplificazione e accelerazione procedure per la realizzazione di interventi per l’efficienza energetica.
  2. Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica.
    • Investimento 2.1 Ecobonus e Sismabonus fino al 110 % per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.
  3. Sistemi di teleriscaldamento.
    • Investimento 3.1 Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.

Di qui in poi ci riferiremo solo all’Investimento 2.1 Ecobonus e Sismabonus fino al 110 % per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.

Per tale voce si indica in 10,26 miliardi di euro l’investimento previsto; bisogna però fare attenzione ad una sottile raffinatezza terminologica e cioè che il riferimento non è precisamente ed esclusivamente il superbonus 110 % ma l’insieme Ecobonus e Sismabonus fino al 110 %.

Queste risorse dovrebbero quindi essere disponibili e suddivise tra il normale ecobonus e il superbonus 110 %, quest’ultimo comprensivo di efficienza energetica e miglioramento sismico degli edifici.

Per il superbonus si afferma anche genericamente che “… si intende estendere la misura dal 2021 al 2023”.

Il dato più interessante è, però, l’affermazione che gli investimenti previsti “… consentiranno la ristrutturazione di circa 50.000 edifici/anno … risparmio previsto … circa 291,0 ktep/anno”.

Vediamo quali conseguenze si possono trarre da questi semplici numeri.

Nei tre anni nei quali  sarà forse vigente (perché un’intenzione non è una legge) il superbonus saranno ristrutturati circa 150.000 edifici. Questo significa 150.000/12.000.000 x 100 = 1,2 % del parco edifici italiani.

E il risultato verosimile sarà che l’1,2 % degli edifici residenziali italiani consumerà, negli anni a venire, ottimisticamente, circa il 50 % in meno di quanto avrebbe consumato prima (e sappiamo che probabilmente circa il 90 % di questi edifici saranno villette unifamiliari).

È evidente dai numeri che non sarà questo modo di procedere che cambierà sostanzialmente il consumo energetico del parco edifici italiani.

Con l’indicazione del numero di interventi attesi per anno (50.000) abbiamo uno dei due termini per valutare come stia procedendo il superbonus; se prendiamo il valore stimato degli interventi in fase di realizzazione nel primo anno di applicazione della legge, ed indicato nel mio precedente post come pari a circa 8.667, abbiamo una percentuale del (8.667/50.000 x 100) = 17 % circa.

In altre parole, ogni cinque interventi che si pensava di realizzare ne è stato effettuato, in realtà, uno solo: un risultato che si può ben definire molto scadente (flop?).

E quando l’ENEA si deciderà a rendere pubblici i dati dell’osservatorio del superbonus queste semplici verifiche potranno essere eseguite sui numeri “ufficiali”.

Ancora lo stesso PNRR, stima a 0,291 Mtep/anno il risparmio energetico previsto; se confrontiamo questo valore con il consumo energetico del settore civile nel 2019, che è pari a 47,39 Mtep (dati provvisori del MiSE), il risparmio che si otterrà sarà solo dello ( 0,291 / 47,39 x 100) = 0,6 % circa.

Quello che serve per avere un vero cambiamento di paradigma nel settore civile è un programma con leggi semplici e operative che consenta, per molti anni a venire e senza cambiare le regole ogni mese, di programmare gli interventi.

E, secondo chi scrive, gli incentivi e le detrazioni non dovrebbero mai superare la spesa prevista, in tal modo coinvolgendo anche finanziariamente, seppure parzialmente, il cittadino e, allo stesso tempo, massimizzando il ritorno in risparmio energetico rispetto alla risorse finanziarie investite.

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